scritto e diretto da Lucia Calamaro
scene Roberto Crea, costumi Ornella e Marina Campanale, luci Umile Vainieri
con Silvio Orlando
e (in ordine alfabetico) Vincenzo Nemolato, Roberto Nobile, Alice Redini, Maria Laura Rondanini
produzione Cardellino srl in collaborazione con Napoli Teatro Festival
in coproduzione con Teatro Stabile dell’Umbria
photo credits @Claudia Pajewski
Solo e isolatosi volontariamente in una casetta di un paese spopolato, Silvio riceve la visita dei figli e del fratello maggiore. Una riunione di famiglia in occasione della messa in ricordo della moglie, morta dieci anni prima.
Silvio ha acquisito, nella solitudine, un buon numero di manie, la più grave delle quali è il non voler più camminare. Si tratta, per i figli che finora non se ne erano preoccupati troppo, di decidere che fare, come smuoverlo da questa posizione intristente e radicale. Ma la questione è più sottile: nel suo isolamento Silvio ha sviluppato una certa confusione tra desideri e realtà e, senza confronto con una verità oggettiva, la sua mente ha creato una vita esattamente come l’uomo ha deciso che debba essere. Ma fino a che punto? Lucia Calamaro, drammaturga, regista e attrice, affronta un tema di grande attualità, la “solitudine sociale”, un male oscuro e insidioso.